ITINERARI NEL TERRITORIO


  1. Premessa
  2. 1° Itinerario
  3. 2° Itinerario
  4. 3° Itinerario

Foto gruppo di trulli in Contrada Crocefisso prima della ristrutturazione

Premessa

La campagna locorotondese presenta un aspetto fortemente antropizzato ed un paesaggio agrario assai variegato. Fra macchie di lecci e fragni, ultimi esempi di ampie e remote boscaglie, tra vigneti, uliveti ed orti sorgono vividi testimoni d'un equilibrato rapporto tra la casa dell'uomo e la natura circostante i trulli.
Interessanti sono gli agglomerati di trulli intorno ad uno spazio di uso comune, detto jazzile, dove la gente vive in una piacevole e proficua unità di vicinato, usufruendo di comuni servizi quali la cisterna dell'acqua, la piccola chiesa, l'aia ed in tempi più recenti la scuola e qualche negozio. Un'articolatissima rete viaria, quasi tutta asfaltata, si sviluppa all'interno del territorio permettendo di raggiungere facilmente ogni angolo di questa animata campagna.

 
 
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Foto della vecchia chiesa in contrada S. Marco

1° ITINERARIO: Contrade Sant'Elia, San Marco, Lamie Affascinate, Marziolla, Tuttulmo e Cinquenoci

Questo primo percorso si snoda tra le contrade certamente più popolose dell'agro Locorotondese. Imbocchiamo la via comunale Sant'Elia da piazza Marconi e proseguiamo per San Marco, dove sorge in alto l'antica ed omonima chiesetta.
CHIESA RURALE DI SAN MARCO Di una antica chiesa intitolata a Santa Maria Maddalena nel casale Iuniano (o Cignano), corrispondente all'attuale abitato di San Marco, si fa menzione in una bolla di Papa Alessandro III, del 1179. contenente l'elenco dei beni e delle terre possedute dall'abbazia di San Giovanni delle Fosse, nella diocesi di Monopoli. Poco prima del 1687 la chiesa venne riedificata per iniziativa di un vescovo monopolitano, che la intitolò a San Marco. Durante l'episcopato di Mons. Palmieri (1893-1905) la chiesa con l'intera frazione omonima passò alla diocesi di Ostuni, cui Locorotondo apparteneva già da tempo.
La chiesa così come oggi si presenta ha una pianta a croce latina, ove i tre bracci principali hanno lunghezza quasi identica. Tale impianto è, in realtà, il risultato di una fusione tra corpi di fabbrica di epoche diverse; il braccio sinistro, più basso e più irregolare, sembra chiaramente la parte più antica, mentre il corpo centrale e braccio destro risultano degli ampliamenti successivi.
L'edificio ha i caratteri architettonici tipici delle chiese minori urbane e rurali: murature imbiancate a latte di calce, tetti a falde dalla copertura a chiancarelle calcaree e la consueta facciata a capanna con campanile a vela.
All'interno di un certo interesse sono la statua lignea di san Marco Evangelista ed un busto in cartapesta raffigurante sant'Agostino Vescovo. L'altare principale in marmo proviene dalla chiesa urbana dell'Addolorata; la statua lignea che si trova sulla nicchia posta sopra l'altare è della Maddalena, opera di uno scultore di Ortisei, sostituisce la vecchia risalente al 1847 ed andata dispersa. All'esterno, proprio sulla picco-la finestra della facciata, è murato, parzialmente celato dalla calce, un riquadro in pietra su cui è inciso un semplicissimo motivo romanico geometrico, proveniente probabilmente dalla primitiva chiesa.
Poco distante dalla chiesa, vicino alla strada, è riconoscibile l'imboccatura dell'antica ed enorme cisterna del casale; una lapide posta all'interno di essa, ma non visibile, ci ricorda che il pozzo venne restaurato nel 1557 dal vescovo monopolitano Ottaviano Preconio; più in basso s'impone per la maestosa cupola a trullo la nuova chiesa di San Marco realizzata nel 1973 dall'architetto romano Mario Berucci, noto per i suoi contributi allo studio di questa tipica costruzione pugliese e per aver progettato altri edifici simili in località vicine.

 
Foto della nuova Chiesa in Contrada S. Marco

La nuova chiesa cerca di riassumere in chiave moderna le forme architettoniche locali. Poco distante dal centro abitato della contrada ritroviamo alcuni tipici esempi di agglomerati di casedde (trulli) quali: Ianelle, Sardedda, Musorusso ed ovvia-mente San Marco Basso. (v. cartina) Da San Marco potremo scendere verso il Canale di Pilo, impropriamente detto di Pirro, ai confini del territorio locorotondese. Questa fertile vallata d'origine carsica era attraversata, come si apprende da vecchie carte topografiche, dal corso del fiume Carta a carattere torrentizio.
Sempre da San Marco proseguendo in direzione di Laureto, nota località di villeggiatura in agro di Fasano, giungiamo alla frazione di Lamie Affascinate ove accanto a vetusti trulli dalle forme più articolate. sorgono case a cummerse a due piani con scale esterne tipicamente urbane. Poco distante, alle spalle, per lo spiazzo di Marziolla; passando per uno stretto e polveroso tratturo scopriremo, isolato fra i campi, accanto ad un fragno il trullo ritenuto il più vecchio in base alla data, (1509 o 1599) incisa sull'architrave del suo ingresso. Il visitatore noterà facilmente la differenza strutturale c formale tra questo e i trulli finora osservati. All'interno del trullo la volta conica si eleva in forma circolare sin dal terreno, realizzando un tuttuno fra le pareti del vano e la copertura vera e propria: l'ingresso, assai profondo. denota il notevole spessore della sua muratura: il rudimentale taglio delle chiancarelle di copertura ed infine il cono piuttosto ribassato.
Da Marziolla sulla via di ritorno per Locorotondo ci soffermeremo, presso la masseria di Tuttulmo, dove si osservano i resti di una chiesetta.

 
Foto della vecchia chiesetta in Contrada Tuttulmo

CHIESETTA DIRUTA DI TUTTULMO. Si tratta di una piccola cappella rurale ridotta a poco più di un rudere, che sorge accanto alla masseria omonima, a circa tre chilometri dal paese. La sua costruzione dovrebbe risalire al secolo XVII, ad opera di una famiglia della vicina Martina Franca, gli Ulmo, che la intitolarono sicuramente alla Madonna del Carmelo. Del grazioso edificio restano in piedi la facciata a capanna con campanile a veletta e la parte posteriore. Si nota tuttavia, che era costituita di un unico ambiente, coperto da una volta a botte estradossata da due falde a chianche (cummersa).
La parete di fondo appare interamente affrescata, seppure pesantemente rovinata dalle intemperie. In alto, nella nicchia poco profonda che si apre sull'altare, ora nascosto dal crollo, vi è una immagine della Madonna del Carmelo, e, in basso, separata dalle nuvole, una scena della vita di sant'Agostino.
A questo punto, lasciandoci guidare dal panorama di Locorotondo che si staglia poco lontano, rientreremo in paese.

 
 
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Foto antico trullo masseria

2° ITINERARIO: Contrade Acchino, Seicaselle, Pantaleo, Lamie di Olimpia, Tumbinno, Zuzzù, Serafino e Trito

La prossima escursione avrà come meta finale le estreme colline orientali del territorio locorotondese. Da via Cisternino in corrispondenza della scalinata di via Trinchera inoltriamoci per la via comunale di Acchino e per la seguente contrada Seicaselle fino a quella di Pantaleo. Si suppone che quest'ultimo toponimo derivi da un monastero benedettino di cui si fa menzione nei documenti, ma del quale non si è trovata alcuna traccia. Tuttavia lungo la strada esiste una chiesetta ottocentesca intitolata a quel santo. Poco più avanti sulla sinistra l'omonima masseria riconoscibile dalla chiesetta e dai numerosi trulli immersi tra maestosi alberi di fragno. Il ritrovamento nel secolo scorso di pozzi, di fondamenta di edifici, di tombe nel sito ove ora sorge la masseria aveva fatto ipotizzare che qui fosse ubicato il casale di Lauretello cui era probabilmente annesso il suddetto monastero. Da Pantaleo si prosegue fino alla frazione denominata Lamie di Olimpia da cui, passando accanto alla Chiesa, imboccheremo la via che conduce in località Tumbinno. Mentre proseguiamo ci accorgiamo del graduale mutamento del paesaggio: alla natura trasformata dall'uomo con le sue coltivazioni e le sue abitazioni si sostituisce quella originaria della macchia mediterranea. Eccoci finalmente a Zuzù, località dal curioso nome, sugli ultimi crinali della Murgia Locorotondese che degrada repentinamente fino alla vasta distesa di ulivi (marina di Fasano) e di qui sino al mare.

 
 
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Foto panoramica con trullo nella Valle d'Itria

3° ITINERARIO: Contrade Sant'Anna, Grofoleo, Ritunno e Serra

Questa terza passeggiata intende condurci intorno alla collina della Serra, dirimpetto al paese: per arrivarci basterà imboccare la via per Martina Franca (S.S. 172) da dove gireremo per contrada Grofoleo e quindi superata la ferrovia, raggiungeremo Ritunno. In questa zona, osservando la cartina ci soffermeremo presso alcuni tipici jazzélere Fischiello e Ritunno Piccolo. Proseguendo sempre verso destra percorre-remo un lungo tratto di strada fiancheggiata da ombrosi fragni e continuando ci porteremo alla sommità della collina della Serra: piacevole località di villeggiatura a ridosso del paese, dove si potranno apprezzare magnifiche vedute.

 
 
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