Contenuto

ECOMUSEO DELLA VALLE D'ITRIA


  1. L'Ecomuseo della Valle d'Itria
  2. La mappa di comunità
  3. Obiettivo del progetto
  4. Contenuti del progetto
  5. Attuazione degli interventi
  6. Strumenti utilizzati
  7. Competenze messe in campo
  8. Accordo Regione Puglia e Ecomuseo Valle d'Itria
  9. Convegno "Gli Ecomusei: nuovo valore a paesaggio e territorio"
  10. Graduatoria corso di formazione "Operatori Ecomuseali"
  11. A Locorotondo il primo workshop ecomuseale

L'Ecomuseo della Valle d'Itria

L'Ecomuseo della Valle d'Itria vuole essere un museo diffuso sul territorio che si propone di documentare, conservare e valorizzare i tanti siti naturali e le altrettanto numerose manifestazioni della cultura materiale e immateriale (trulli, iazzi, muretti a secco, tratturi, pozzi, lavatoi, ma anche pratiche di vita e di lavoro, saperi tradizionali, produzioni locali) che in valle d'Itria costituiscono un vero e proprio sistema. L'area iniziale di riferimento è rappresentata dal Comune di Locorotondo, distinto nel centro urbano e in 136 contrade. È un territorio complesso che esprime potenzialità didattico-formative di notevolissimo interesse e di tipo interdisciplinare.
L'Ecomuseo comprende numerose emergenze, naturali e antropiche, legate tra loro dalla stessa storia geologica e da un'attività materiale comune, quella dell'utilizzo del suolo a fini agricoli, produttivi, domestici e della pietra a fini abitativi, stradali, di confine. Ciò significa che il territorio non è fatto di soli ambienti, con le loro componenti biotiche e abiotiche, ma ingloba pure la storia degli uomini che vi hanno abitato e lavorato nel passato (e che continuano a farlo) e le tracce che l'hanno segnato.
Promotore e coordinatore del lavoro è il Laboratorio di Urbanistica Partecipata; nucleo operativo dell'Ecomuseo è il centro di ricerca Basile-Caramia, che offre ad insegnanti e studenti gli strumenti (scientifici, informatici, bibliografici, cartografici) finalizzati alla conoscenza geografica, naturalistica e paesaggistica del territorio. Nel contesto della struttura, che dovrà essere riconosciuta dal Ministero dell'Ambiente e inserita nella Rete regionale dell'Educazione Ambientale, si promuoveranno e realizzeranno attività di formazione, didattica ed educazione ambientale: esperienze di laboratorio, visite ed escursioni guidate, corsi di aggiornamento e specializzazione, incontri, dibattiti.
Esistono alcuni elementi di fondo che contraddistinguono questo "museo del territorio":

* la presenza di un complesso patrimonio locale che assume una connotazione profondamente legata al territorio che lo identifica (genius loci);
* l'approccio interdisciplinare ed olistico che caratterizza l'attività di valorizzazione, con il superamento della tradizionale distinzione tra "capitale" culturale e naturale;
* l'attenzione al legame tra comunità e territorio e al loro sviluppo, con il recupero delle radici storiche della comunità e della memoria;
* l'attenzione all'ambiente anche per conservarlo con un'azione mirata;
* la fruizione diretta dell'ecomuseo da parte delle comunità locali (soprattutto nella loro componenti scolastiche) ed il coinvolgimento di queste nelle attività che vi vengono promosse.

Nel caso specifico ci sono poi particolari condizioni che rafforzano il processo di valorizzazione in corso. Tra i servizi messi in atto per promuovere la conoscenza e la fruizione del patrimonio territoriale vanno annoverati:

* musei cittadini del territorio, quali centri di documentazione aperti al pubblico e già fruibili; * la pluralità di siti o di stazioni oggetto di visita e di osservazione;
* la presenza di sentieri o percorsi tematici che definiscono una complessa rete di interrelazioni.

Le finalità del processo da avviare sono molteplici:

* la creazione di nuovi strumenti didattici;
* l'uso sperimentale della tecnica dell'interpretazione, ovvero la capacità di comunicare i significati e i valori dei luoghi visitati, evidenziandone gli aspetti non visibili e i collegamenti tra le singole manifestazioni;
* la ricerca di un percorso innovativo per lo sviluppo sostenibile;
* la creazione e il consolidamento dell'identità locale.

Oggi l'immagine del territorio si definisce tramite aspetti che vanno oltre quelli strettamente geografici, paesaggistici o ambientali e comprendono altre risorse patrimoniali, materiali e immateriali, come case ed opifici, pratiche di vita e di lavoro, produzioni locali. Ma un territorio si definisce anche sulla base della propria identità e questa si costruisce attorno ad un progetto di sviluppo e di valorizzazione, quale il Piano Urbanistico Generale di Locorotondo in formazione ha assunto di voler essere. L'ecomuseo può dunque diventare una chiave di lettura del territorio e quindi uno strumento e un veicolo di promozione del patrimonio ambientale e culturale che concorre alla definizione dell'identità dei luoghi. Intende proporsi come un'istituzione al servizio della comunità e dell'ambiente.
A pieno regime, l'Ecomuseo della valle d'Itria entrerà a far parte della sezione italiana di Local Words - Rete europea degli Ecomusei, collaborando attivamente con le altre realtà aderenti.

 
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La mappa di comunità

La mappa di comunità è uno strumento con cui gli abitanti di un determinato luogo hanno la possibilità di rappresentare il patrimonio, il paesaggio, i saperi in cui si riconoscono e che desiderano trasmettere, migliorati, alle generazioni future. Evidenzia il modo con cui la comunità locale vede, percepisce, attribuisce valore al proprio territorio, alle sue memorie, alle sue trasformazioni, alla sua realtà attuale e a come vorrebbe che fosse in futuro. Viene in tal modo esplicitato un concetto "nuovo" di territorio, che non è solo il luogo in cui si vive e si lavora, ma che pure conserva la storia degli uomini che lo hanno abitato e trasformato in passato, i segni, materiali o immateriali, che lo hanno caratterizzato. Vi è la consapevolezza che il territorio, qualunque esso sia, contenga un patrimonio diffuso, ricco di dettagli e soprattutto di una fittissima rete di rapporti e interrelazioni tra questi elementi.
Predisporre una mappa di comunità significa avviare un percorso finalizzato ad ottenere un "archivio" permanente, e sempre aggiornabile, delle persone e dei luoghi di un territorio. Eviterà la perdita delle conoscenze puntuali dei luoghi, quelle che sono espressione di saggezze sedimentate raggiunte con il contributo di generazioni e generazioni. Un luogo include memorie, spesso collettive, azioni e relazioni, valori e fatti numerosi e complessi che a volte sono più vicini alla gente che non alla geografia, ai sentimenti che non all'estensione territoriale.
La mappa è un percorso collettivo che comporta coinvolgimento, ricerca e impegno, uno strumento creativo che con vivacità e spontaneità è in grado di rinsaldare e ricostruire in termini attuali il legame fondamentale tra le persone e i luoghi. Si tratta di uno strumento efficace, semplice, diretto, accessibile a tutti, che è in grado di dare evidenza alle molteplici relazioni che legano indissolubilmente fra di loro due grandi categorie: il patrimonio e la comunità locale. Consente di riflettere insieme sulla qualità dei luoghi, sulle potenzialità da loro custodite e sui significati a loro attribuiti. Rappresenta uno strumento verso una progettazione condivisa e consapevole, verso un atteggiamento attivo e responsabile nei confronti del proprio territorio. Attraverso la realizzazione della mappa, e poi nelle tante fasi successive, si trovano risposte utili a chiarire diversi aspetti legati alla ricchezza del patrimonio e al coinvolgimento della comunità locale, alla trasmissione del sapere e alla comunicazione della ricerca.
Una mappa va dunque costruita in modo partecipato, perché consente alla comunità coinvolta di riconoscere il valore dei luoghi e di aumentare la propria autostima, ma anche perché costituisce un metodo di crescita collettiva e di auto-formazione per il gruppo che vi lavora, soprattutto se costituito da giovani che spesso sono indifferenti nei confronti del contesto, geografico e sociale, di appartenenza.

 
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Obiettivo del progetto

Il progetto propone nell'ambito della valle d'Itria un processo di sviluppo basato sulla partecipazione attiva dei giovani e finalizzato alla "ricostruzione" dell'identità dei luoghi e delle persone che li abitano, non solo per difendere tale identità dall'omologazione ma pure per interpretarla e utilizzarla nell'elaborazione di un nuovo scenario sociale e civile.
Gli obiettivi che si intendono raggiungere sono:
* favorire l'integrazione e la partecipazione attiva dei giovani alla vita della propria comunità;
* sostenere reti territoriali di aggregazione giovanile finalizzate alla riscoperta dell'identità locale;
* rafforzare nei giovani la capacità di assumersi responsabilità e operare in modo autonomo;
* favorire un approccio positivo al territorio da parte delle giovani generazioni.

 
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Contenuti del progetto

Viene proposta l'attivazione di un ristretto gruppo di lavoro, costituito da giovani laureati disoccupati o con impieghi precari, con l'intento di formarli e successivamente coinvolgerli nell'attività dell'Ecomuseo con mansioni di responsabilità. Le specifiche conoscenze evidenziate dai curricola e la complementarietà delle professionalità messe in campo permetterà ai ragazzi di partecipare in modo attivo e diretto al processo per la realizzazione di una serie di "laboratori partecipati" finalizzati alla costruzione di mappe di comunità all'interno dell'area comunale di Locorotondo. I giovani percepiranno un compenso (borsa lavoro) che consentirà loro di impegnarsi a fondo nello svolgimento delle attività in programma.
Il progetto ha la finalità di sviluppare un metodo che permetta nel contempo di far emergere i tratti
caratterizzanti del territorio e di coinvolgere i residenti, soprattutto nella loro componente giovanile, avviando una dinamica in cui la memoria sia funzionale al presente e al futuro. Una mappa culturale è un processo, introdotto in Inghilterra all'inizio degli anni Ottanta e poi ampiamente sperimentato, tramite il quale una comunità disegna i contorni del proprio patrimonio; è più di un semplice inventario di beni materiali o immateriali, in quanto include un insieme di relazioni invisibili fra questi elementi. Inoltre la mappa deve essere costruita quanto più possibile col concorso dei residenti e quindi permettere di far emergere queste relazioni. Non si riduce quindi ad una "fotografia" del territorio ma comprende anche il "processo con cui lo si fotografa".
Alla base vi è la convinzione che ogni luogo sia molto di più che una semplice superficie geografica in quanto comprende memorie, spesso collettive, relazioni, valori, numerosi e complessi eventi che insieme definiscono il suo carattere distintivo. Con il progetto "Mappe di comunità" si vuole contribuire a definire gli elementi che rendono il territorio dell'Ecomuseo della Valle d'Itria speciale ed unico, diverso dagli altri.
Il gruppo promotore, costituito da 5 giovani laureati di ambo i sessi residenti nel comune di Locorotondo (simili gruppi andranno costituiti ad Alberobello, Martina Franca, Cisternino), opererà sotto la direzione del Laboratorio di Urbanistica Partecipata di Locorotondo. Il progetto si articolerà nelle seguenti fasi:
1. formazione del gruppo da parte di operatori che approfondiranno metodologie di lavoro e promuoveranno la conoscenza del patrimonio culturale, ambientale e naturalistico del comprensorio. Si tratta di esperti che si riveleranno fondamentali per affrontare all'inizio molti aspetti d'ordine procedurale ed organizzativo (gli ecomusei sono "strutture culturali" assai complesse che coinvolgono molte tematiche fra loro intrecciate: cultura, ambiente, turismo, urbanistica, paesaggio) e che successivamente affiancheranno e sosterranno i giovani operatori nelle attività di ricerca sul territorio. I giovani diventeranno a tutti gli effetti dei facilitatori nell'ambito del processo di coinvolgimento che verrà successivamente attivato. L'intenzione è di metterli nelle condizioni di effettuare a loro volta attività di formazione, generando un processo di propagazione virtuoso;
2. individuazione di una o più aree nell'ambito dei comuni di Locorotondo, Cisternino, Alberobello, Martina franca, su cui concentrare l'attività sul campo per la realizzazione di mappe di comunità. Le aree, indicate dagli stessi ragazzi, dovranno essere omogenee dal punto di vista geografico, assumere una particolare valenza simbolica e disporre dei requisiti necessari per l'avvio di un percorso di coinvolgimento delle rispettive comunità e di documentazione di aspetti significativi in relazione alle persone e ai luoghi;
3. assegnazione ai giovani facilitatori del proprio ambito di intervento: questi, da soli o in coppia, attiveranno a loro volta un gruppo di lavoro a prevalente componente giovanile e su basi volontarie per affrontare nei mesi successivi alla formazione l'attività finalizzata alla realizzazione delle mappe. Verranno effettuate ricerche (ad esempio nel campo della toponomastica, delle fonti orali, delle attività tradizionali) che si svolgeranno contestualmente all'azione di coinvolgimento sul territorio;
4. avvio del lavoro di mappatura con un'attività capillare svolta sulle aree individuate mediante l'organizzazione di incontri e seminari, la realizzazione di volantini e newsletter, la redazione di articoli e comunicati sulla stampa locale. I giovani facilitatori dovranno attivarsi per ricercare collaborazioni tra gli attori locali (rappresentanti di circoli, comitati di contrada, associazioni culturali) per definire una vera e propria rete territoriale funzionale alla riuscita del progetto. Sarà dato risalto ed attenzione alle conoscenze che ogni abitante e/o rappresentante di un gruppo ha del proprio luogo, quello in cui abita e lavora;
5. realizzazione di un incontro pubblico allargato per l'attivazione dei gruppi di attori locali che si impegneranno nel processo per la realizzazione delle mappe di comunità;
6. elaborazione delle mappe, in cui alle caratteristiche fisiche e biologiche del territorio si affianchino le storie ed i saperi, mettendo insieme i luoghi e le persone ed evidenziandone le molteplici relazioni. Tutto andrà rappresentato in modo creativo con fotografie, disegni, testi, ricostruzioni;
7. presentazione degli elaborati in un evento pubblico finale.

 
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Attuazione degli interventi

1. All'organizzazione della fase di formazione dei giovani collaborerà il Laboratorio di Urbanistica Partecipata seguendo il metodo Jovial Ecomuseum Training (i'JET), un percorso di crescita delle capacità progettuali, relazionali e di gestione dello staff degli ecomusei proposto da Membri di Mondi Locali, sezione italiana della Rete europea degli Ecomusei.
Il percorso proposto per questo specifico progetto prevede 38 ore di docenza in aula così suddivise:
- partecipazione: le tecniche di lavoro di gruppo (4 ore)
- partecipazione: il ruolo del facilitatore (4 ore)
- lettura del territorio storico-geografica e antropologica (6 ore)
- lettura del territorio: le mappe di comunità (6 ore)
- dinamiche delle identità collettive (4 ore)
- progetti europei (6 ore)
- caso studio 1 in aula (4 ore, docente di ecomuseo esterno)
- caso studio 2 in aula (4 ore, docente di ecomuseo esterno)
2. La parte preparatoria alla realizzazione delle mappe di comunità con l'individuazione delle aree studio, il coinvolgimento degli attori locali e l'avvio del lavoro di ricerca sul territorio verrà realizzata direttamente dai giovani corsisti. Per l'attività che svolgeranno, percepiranno un compenso assimilabile alla work experience promossa nell'ambito dei progetti FSE.
3. L'incontro pubblico allargato per l'attivazione dei gruppi di attori locali che si impegneranno nel processo per la realizzazione delle mappe di comunità concluderà la fase per la quale si richiede il finanziamento messo a bando e verrà realizzato entro la fine di settembre del 2009 con le modalità ed i materiali che i giovani facilitatori riterranno più opportuni, per la realizzazione dei quali si attingerà anche a lavori già realizzati in Italia ed Europa..
4. Successivamente il percorso di coinvolgimento ed elaborazione delle mappe di comunità proseguirà per almeno 12-18 mesi (tali sono i tempi minimi richiesti, sulla base delle esperienze condotte in Italia e all'estero, per completare il processo). Di questo periodo si documenteranno incontri e visite, testimonianze e attività affinché i processi attivati diventino parte integrante delle mappe di comunità. Verbali, registrazioni, filmati, documenti verranno conservati nella sede dell'Ecomuseo grazie ad una postazione informatica fornita dal Comune di Locorotondo e dagli altri Comuni coinvolti e rimarranno a disposizione del pubblico che ne potrà richiedere la consultazione.
5. L'evento finale di presentazione delle mappe di comunità vedrà coinvolti i numerosi partner che hanno aderito al progetto nell'ambito di un convegno ideato e promosso dagli stessi giovani partecipanti all'iniziativa.

 
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Strumenti utilizzati

Nelle attività di formazione verranno utilizzati tutti gli strumenti informatici, cartografici e bibliografici a disposizione delle Amministrazioni Comunali e quelli messi a disposizione dai partner coinvolti nella formazione.
Per l'attività sul campo i giovani facilitatori avranno a disposizione una videocamera digitale per la raccolta delle testimonianze e il supporto del Laboratorio di Urbanistica Partecipata di Locorotondo e dei Comuni di Cisternino, Alberobello e Martina Franca che metteranno a disposizione degli spazi per gli incontri con la popolazione, fornendo i materiali a loro volta elaborati in precedenti o contestuali iniziative di studio e riscoperta del patrimonio locale.
Il Comune di Locorotondo fornirà una postazione informatica dotata di sistema di archiviazione dati funzionale al progetto permettendone la consultazione anche ad un pubblico allargato.

 
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Competenze messe in campo

Nell'ambito del progetto "Mappa di comunità" la fase formativa diventa determinante. È per questo che il Laboratorio di Urbanistica Partecipata intende avvalersi del contributo metodologico ed organizzativo di Istituti di ricerca quali ad esempio il Laboratorio Urbano di Bari e altri istituti di ricerca particolarmente attivi nello studio dello sviluppo territoriale e all'avanguardia in Italia nel campo della formazione, soprattutto nel settore ecomuseale. Tra questi l'IRES Piemonte, il cui responsabile dell'Area di ricerca "Ambiente e Territorio" è Maurizio Maggi, uno dei massimi esperti nazionali di ecomusei.. Maggi sostiene che "la formazione non può più essere concepita come il trasferimento unidirezionale e una tantum di conoscenze da docente a discente; oggi in contesti complessi, come quello ecomuseale, è necessario valorizzare gli elementi potenzialmente auto-fertilizzanti, lavorando sulle relazioni fra i soggetti coinvolti, mettendoli nelle condizioni di proporre nuove domande e dunque non solo di ricevere conoscenze ma di produrre conoscenze".
L'Ires Piemonte dispone di una rilevante conoscenza interdisciplinare riguardante i processi di riscoperta partecipata dei valori culturali e delle specificità dei territori, documentata da una pluriennale pubblicistica scientifica, dall'attività sul campo con le comunità e da quella di formazione didattica in Italia e in altri paesi europei.
La formazione nel settore degli ecomusei è particolarmente complessa: richiede di affrontare contemporaneamente molte tematiche tra loro correlate, non può limitarsi ad interventi cosiddetti frontali ma esige esperienze sul campo e un ampio confronto con realtà simili. Per questo, nell'ambito del corso di formazione previsto dal progetto, sono in programma degli scambi con altri Ecomusei, dove sono già stati avviati dei progetti partecipativi di ricerca e documentazione riguardanti il paesaggio, la storia e l'etnografia dei luoghi ed iniziative di coinvolgimento e sensibilizzazione della popolazione a livello locale che a tutti gli effetti possono essere considerate attività complementari e di sostegno alla predisposizione di una mappa di comunità.

 
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Accordo Regione Puglia e Ecomuseo Valle d'Itria

Con la firma del protocollo di'intesa tra i Comuni aderenti e la Regione Puglia è partita la grande operazione di costituzione dell'Ecomuseo di valle d'Itria .
Il sindaco di Alberobello, Bruno De Luca; di Cisternino, Luigi Convertini; di Locorotondo, Giorgio Petrelli; di Fasano, Lello Di Bari; di Monopoli, Emilio Romani e l'assessore alla pianificazione territoriale di Martina Franca, Giuseppe Chiarelli, hanno infatti siglato con l'assessore regionale all'Assetto del Territorio Angela Barbanente e al Turismo, Massimo Ostilio, l'accordo con cui l'Ecomuseo di valle d'Itria entra a far parte dei progetti-pilota nell'ambito del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale.
La cerimonia è avvenuta il 23 maggio 2009 durante i lavori del Convegno Nazionale "Ecomusei: nuovo valore a paesaggio e territorio" organizzato dal FAI Regionale (presidente il prof. Martino Bonomo) e dal Comune di Locorotondo, in collaborazione con la rivista "Paese Vivrai" e l'associazione "Amici di Locorotondo".
L'intensa giornata ha visto le relazioni del prof. Avv. Nicola Grasso dell'Università del Salento, del prof.avv.Enzo Varricchio, esperto in Diritto Museale e del Paesaggio, del prof. Alberto Magnaghi, direttore scientifico del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale, del prof. Giulio Volpe, rettore dell'Università di Foggia e curatore della Carta dei Beni Culturali, dell'arch. Eugenio Lombardi, coordinatore dell'Ecomuseo di valle d'Itria e dell'ing. Franco Consalvi, esperto in fonti energetiche alternative; nel pomeriggio si sono succedute le relazioni tecniche dei rappresentanti degli ecomusei di Mola di Bari, Mariano Argentieri; del Gemonese del Friuli, Maurizio Tondolo, dell'Orvietano, Roberto Piani e del responsabile Ires-Piemonte / Rete Mondi locali, Maurizio Maggi.
La relazione conclusiva di Angela Barbanente ha posto il suggello ad una giornata davvero bella e costruttiva.
Con l'adozione della Convenzione Europea del Paesaggio da parte di tutti i Comuni aderenti e l'avvio della collaborazione con la Regione Puglia, si è deciso di voltare davvero pagina in un più sano e rispettoso rapporto con il paesaggio. Il Comune di locorotondo, impegnato nella formazione del Piano Urbanistico Generale, ha recepito il valore globale del paesaggio nella pianificazione in atto, facendola diventare PUG Ecomuseale.
Ai sei Comuni fondatori si aggiungeranno presto altri: nel corso del Convegno, infatti, il sindaco di Noci, Piero Liuzzi e il vicesindaco di Grottaglie, Francesco Donatelli, hanno ufficialmente presentato la candidatura per l'ingresso nell'Ecomuseo di valle d'Itria.
Un vivo ringraziamento al Centro di ricerche Basile-Caramia per l'ospitalità, .a tutti i partecipanti e ai Relatori che hanno contribuito al felice esito del convegno e fin d'ora auguri di buon lavoro ai giovani che da fine giugno inizieranno il corso di formazione per facilitatori ecomuseali e saranno successivamente impegnati nella costruzione di una realtà che inciderà profondamente sul futuro della splendida terra di Puglia.

Arch. Eugenio Lombardi - Coordinatore Ecomuseo Valle d'itria

 
 
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Convegno "Gli Ecomusei: nuovo valore a paesaggio e territorio"

Oltre 200 partecipanti, presente la Regione Puglia con due dei suoi assessori, Angela Barbanente e Massimo Ostillio, ed un consigliere regionale, Donato Pentassuglia. Presente anche la Sovrintendenza di Bari, i Comuni aderenti al progetto Ecomuseo di Valle d'Itria, oltre ad un tavolo di relatori con i più qualificati esperti del settore "paesaggio" e "territorio" operanti in Italia: questi i dati del convegno che si è svolto a Locorotondo sabato 23 maggio sul tema "Gli Ecomusei: nuovo valore a paesaggio e territorio".
La giornata di studi è stata intensa e molto proficua per tutto il territorio dell'Ecomuseo di Valle d'Itria, che comprende non solo i Comuni ricadenti in essa, ma anche i territori di Monopoli e Fasano.
Oltre alle importanti relazioni che ciascun ospite ha presentato alla platea, la presenza dei massimi organi regionali con i sindaci di questi comuni ha portato alla sottoscrizione di un protocollo d'intesa, per disciplinare gli obiettivi, le modalità organizzative, le strutture interessate e i compiti di ciascuna di esse per l'attuazione del processo di sperimentazione fra i Comuni di Alberobello, Cisternino, Fasano, Locorotondo, Martina Franca, Monopoli e la Regione Puglia volto alla formazione dell'Ecomuseo di Valle d'Itria e alla realizzazione di appe di comunità del paesaggio.
La Regione Puglia si è impegnata a partecipare, attraverso la presenza del suo personale del settore Assetto del Territorio e di consulenti per l'elaborazione del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR), alle attività necessarie ad accompagnare il percorso di formazione dell'Ecomuseo di Valle d'Itria quale progetto sperimentale, a fornire dati e informazioni in suo possesso, anche attraverso il Sistema Informativo Territoriale (SIT) regionale, la Carta dei Beni Culturali e Ambientali e la Carta Idrogeomorfologica, allo scopo di pervenire ad un quadro di conoscenze condivise finalizzato alla elaborazione del programma, oltre che a fornire supporto metodologico coerente con obiettivi e metodi del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR).

 
 

Dai link sottostanti si possono scaricare le relazioni del convegno.

 
 
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Graduatoria corso di formazione "Operatori Ecomuseali"

La Commissione preposta alla valutazione dei partecipanti al corso di formazione e alla conseguente selezione del primo nucleo di operatori /facilitatori ecomuseali di valle d'Itria, nella seduta del 23 ottobre 2009, ha determinato la gradutoria dei partecipanti.

 
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A Locorotondo il primo workshop ecomuseale

 Sabato 20 novembre l'Ecomuseo della Valle d'Itria  è entrato nella fase più attiva del suo operato. Infatti  si è svolto a Locorotondo, presso la Sala Don Lino Palmisano di Villa Mitolo, il primo Workshop sulle Mappe di Comunità in Valle d'Itria.
Un tavolo di lavoro che ha visto coinvolti gli operatori dell'intera associazione ecomuseale e l'architetto salentino Aldo Summa, curatore delle mappe di comunità di Tuglie e Galatone e facilitatore per gli ecomusei del  Salento.
I temi trattati sono stati di supporto ad alcune delle nuove attività che gli operatori si avviano a svolgere sul territorio, soprattutto i laboratori con la cittadinanza attiva e la ricerca sul campo.
Proprio gli incontri cittadini saranno il principale stimolo e la maggiore risorsa per redigere le mappe di comunità del territorio che con l'aiuto dei facilitatori, saranno costruite dagli stessi abitanti e rientreranno nel difficile percorso volto a considerare il paesaggio una parte del territorio cosi come percepito da chi vi abita, proprio come si afferma nella Convenzione europea del paesaggio.
La mappa di comunità non è un censimento dei beni materiali ed immateriali che appartengono alla comunità ma è il risultato del processo di partecipazione attiva della cittadinanza che sarà chiamata a documentare il patrimonio culturale a cui essa dà valore storico, paesaggistico, affettivo, produttivo.
Infatti nel processo di formazione del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale le mappe di comunità, nate all'interno delle esperienze degli altri ecomusei pugliesi, sono state assunte come strumento di crescita della "coscienza di luogo" attraverso la partecipazione degli abitanti alla costruzione di rappresentazioni dense dei valori patrimoniali, territoriali e paesaggistici.
Molteplici sono le attività già avviate nell'ambito delle varie sezioni ecomuseali, tra le quali eventi con la cittadinanza, percorsi di sensibilizzazione al territorio con le comunità scolastiche, e partecipazioni ed eventi in rete con altri Ecomusei nazionali.
L'invito degli operatori ecomuseali a partecipare ai prossimi laboratori cittadini, è esteso a tutti coloro che possono dare un contributo per la valorizzazione del patrimonio naturalistico, culturale e ambientale del territorio.

 
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