Importante riconoscimento per il centro storico di Locorotondo, entrato a far parte di un esclusivo club che raggruppa i paesi più belli del territorio nazionale.
Il club "I borghi più belli d'Italia", nato nel 2001 su impulso della Consulta del turismo dell'Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI), ha lo scopo di valorizzare il patrimonio storico, artistico, culturale e ambientale dei piccoli centri italiani con iniziative promozionali del territorio, opportunità di commercializzazione dell'offerta turistica locale, delle produzioni tipiche dell'agricoltura e dell'artigianato.
Di impianto approsimativamente circolare, tutto stretto attorno alla Chiesa Madre, l'antico nucleo, murato fino alla metà dell'800, riesce di indubbio fascino ed attrattiva per il bianco della calce che avvolge ogni cosa e per il decoro delle stradelle gelosamente custodite dai propri abitanti.
Non v'è traccia di abbandono o di degrado, grazie all'assidua presenza umana mai venuta meno. Il centro storico non offre esuberanze artistiche od architettoniche, ma colpisce per il suo insieme grazioso ed intimo.
Le sue case terminano con degli inconsueti tetti aguzzi che qui vengono chiamati cummerse, il loro manto di copertura è costituito da lastre calcaree (chiancarelle) e riveste una sottostante volta a botte piuttosto rialzata. Questo tipo di copertura è essenzialmente urbano: la ritroviamo nelle campagne solo nella parte padronale delle masserie; Locorotondo vecchia, invece, risulta caratterizzata pressocchè uniformemente da tali cummerse. Il suo panorama suggerisce l'immagine di qualche cittadina nordica, tanto che qualcuno, infondatamente, ha tirato in ballo costruttori d'Oltralpe che in tempi remoti avrebbero trapiantato qui questo modo di costruire.
Ci immettiamo quindi nella piazzetta Vittorio Emanuele Il (già piazza Castello) attraverso l'entrata ove un tempo sorgeva la vecchia Porta Napoli, uno dei due ingressi principali al paese. Davanti a noi si nota una antica struttura muraria con
un arco lunato i cui conci sono ornati da vari motivi tardomedievali; di esso s'ignora l'originaria collocazione, probabilmente costituiva la suddetta porta.
Girando a destra, scendendo per via Papatodero raggiungiamo largo Soccorso che prende il nome dell'omonima chiesetta.
VECCHIO PALAZZO COMUNALE (Biblioteca Civica). La più antica sede del Comune o dell'Università, come allora si chiamava il governo municipale. era costituita dalla cosiddetta Sala, un edificio non più esistente, ubicato di fronte al castello, sul lato destro dell'ingresso all'attuale piazza Vittorio Emanuele.
L'attuale edificio, adibito a Biblioteca civica (intitolato ad Antonio Bruno) e centro di coordinamento di altre iniziative culturali, sorse probabilmente poco prima del `700 e solo successivamente ospitò la sede dell'Università.
In occasione della costruzione di questo, venne alterata l'antica via Maggiore, che andava rettilinea da piazza castello (attuale piazza Vittorio Emanuele 11) fino alla Chiesa Madre. La tozza torretta, che si vede in alto a filo col prospetto. venne eretta nel 1819 per collocarvi l'orologio proveniente dal campanile dell'antica Chiesa Madre. Nel 1870 l'originaria costruzione fu rinnovata in alcune parti; venne rifatto il prospetto e la torretta venne ingentilita dalla sovrapposizione di una edicoletta circolare a colonnato tuscanico, che un tempo costituiva uno dei due campanili minori fiancheggianti la cupola dell'attuale Chiesa Madre.
Contemporaneamente alcune delle stanze all'ultimo piano continuarono a funzionare come celle carcerarie, tanto che ancor oggi, sul pavimento si vedono i segni e le iscrizioni di coloro che vi furono rinchiusi.
Attaccato a quest'ultimo spicca il magnifico palazzo Morelli.
PALAZZO MORELLI. E' certamente l'unica dimora signorile che ha conservato integra l'impostazione architettonica barocca, di primo settecento, della facciata. Sull'asimmetrico prospetto risaltano lo splendido portale e i ridondanti e graziosi balconcini con ringhiere in ferro battuto a petto d'oca. Nel cortiletto d'ingresso si nota la distribuzione gerarchica degli spazi, intorno alla scala esterna, tipica delle abitazioni dominicali.
Da via Morelli per un breve tratto di via dottor Guarnieri ci immetteremo in via dottor Oliva dov'è ubicata, a metà strada, sulla destra, la pregevole chiesetta di san Nicola.